di Augusto Novelli
compagnia Quarta Parete
con: Marco Moradei, Lorella Fanelli,
Marco Bianchi, Chiara Romagnani,
Marta Bencini, Marco Romagnani,
Stefano Giacomelli, Giorgio Bartolozzi,
Piero Biagini, Alba Balzano, Stefania Romolini
adattamento e regia: Marco Romagnani
Da ritenersi il capolavoro assoluto di Augusto Novelli e “la madre” del vernacolo fiorentino, L’Acqua Cheta, che da poco ha festeggiato 100 anni, rappresenta la commedia più conosciuta e rappresentata di tutta l’Italia del teatro dialettale toscano. Il testo venne rappresentato per la prima volta al teatro Alfieri di Firenze il 29 gennaio 1908 e replicato per 26 sere consecutive dando il via alla nascita del genere dialettale fiorentino che fino ad allora era rimasto come fuoco sotto la cenere.
Perchè una nuova edizione de “L’Acqua Cheta”? Semplice: perché è un classico, forse “il classico” del teatro vernacolare fiorentino...e come tutti i classici non muoiono mai. Questo perchè portano con sé tutti i caratteri del genere senza riproporli in maniera stereotipata, ma con la freschezza di chi quei caratteri li ha inventati. Nel nostro caso Augusto Novelli nel lontano 1908.
La compagnia “Quarta Parete” propone una versione davvero interessante delle vicende del “fiaccheraio” Ulisse, di sua moglie Rosa con le figlie Anita e Ida, del “legnaiolino” Cecco e del “pirulino” Alfredo, oltre che del garzone di stalla, Stinchi. E' proprio nel ruolo del più famoso “ubriacone” del vernacolo fiorentino che la compagnia ha apportato le modifiche più spassose al testo del Novelli, lasciando il personaggio sempre in scena, quasi come elemento narrante della storia dell’amore sincero ma contrastato di Anita e Cecco e di quello maliziosamente furtivo tra il millantatore Alfredo e “l’acqua cheta” Ida. A furia di gag e risate si arriva all’epilogo finale dove viene pronunciata la famosa frase che proprio grazie a questa commedia è entrata nel lessico popolare: “… l’acque chete rovinato i ponti”.