di Thornton Wilder
compagnia Quarta Parete
con:
Edisca Barni,
Marco Moradei,
Niccolò Macchi,
Massimiliano Pagliocca,
Alba Balzano,
Marco Bianchi,
Stefania Toccafondi,
Chiara Romagnani,
Marco Romagnani,
Mila Cangi,
Piero Biagini
allestimenti scene e luci
Stefano Giacomelli
Marta Bencini
regia:
Marco Romagnani
Thornton Wilder nasce nel Wisconsin nell’aprile del 1897 da una famiglia di profonde radici protestanti. Prolifico scrittore di romanzi e commedie, riceve tre premi Pulitzer, ambito premio letterario americano, per un romanzo e due commedie, tra le quali, nel 1938 Our Town, rappresentata in Italia indifferentemente con il titolo di “Piccola Città” o “La Piccola Città”. Negli anni trenta avvia anche una redditizia collaborazione con l’industria cinematografica hollywoodiana, scrivendo numerose sceneggiature per film, come sembra invitabile per qualsiasi scrittore statunitense di successo. Muore nello stato del Connecticut nel dicembre del 1975.
Nel teatro Wilder vede la potenza universale dell’azione individuale, sempre che non la si fissi ad una specificazione e localizzazione vincolata al presente. Restituisce al teatro la sua libertà dal concetto di tempo e dalla localizzazione indotta dalla scenografia, in cui era rigidamente imbrigliato nella produzione borghese dell’800. Nella Piccola Città il personaggio principale è la comunità di Grover’s Corner, nel New Hampshire, intesa nel suo complesso e i vari personaggi, che non escono mai dalla loro quotidianità, servono soltanto a darle un carattere di universale ordinarietà. Qui persino un matrimonio o la morte stessa fanno parte della vita di tutti i giorni . Grover’s Corner è quanto di più ordinario Wilder possa concepire: una tranquilla e monotona cittadina della Nuova Inghilterra protestante. La drammaticità non sta quindi negli avvenimenti dei personaggi, ma nel loro vivere la quotidianità senza cogliere l’eccezionalità del vivere stesso; se non dopo la morte, quando però le passioni terrene perdono di importanza “per pensare soltanto a quello che verrà dopo, per essere pronti a quello che verrà dopo” come fa dire Wilder alla signora Gibbs.
Piccola Città fu rappresentata per la prima volta a Princeton nel gennaio del 1938 con totale insuccesso di pubblico e di critica; ripresa un mese dopo a New York ottenne quel successo eccezionale che si è rinnovato da quel momento. La prima rappresentazione italiana di Our Town, con il titolo “Piccola Città” è dell’aprile del 1939 a Roma, ma la fortuna italiana della commedia inizia con la rappresentazione della compagnia di Elsa Merlini e Renato Cialente a Milano. Fu una serata tesa, con interruzioni pesanti e vere e proprie contestazioni da parte del pubblico, finchè lo stesso Cialente si affacciò al proscenio e difese la commedia con tale veemenza da portarla ad un successo trionfale.